Dopo Alessandro Larcher con “Bombo balla” ecco un’altra FA Trad di prestigio per Cesare Lotti al Bus de la Vela, una delle pareti più hardcore del panorama verticale italiano, che grazie a qualche stratificazione orizzontale si presta (precariamente e con molta perizia) ad accogliere qualche protezione mobile. Ecco come Cesare racconta la realizzazione di questa visione che ha avuto dopo la RP in stile normale. Interessantissimo anche il Crash pad verticale antirimbalzo!
“Era da ormai qualche anno che fantasticavo sul riuscire a salire in stile trad un tiro duro dopo averlo ripetuto usando gli spit. Nell’autunno dell’anno scorso dopo aver faticosamente salito Pollon al Bus de Vela mi si è accesa la lampadina! Non so bene spiegare il perché ma in realtà sembravano esserci tutti gli elementi perché questa fosse una pessima idea: questo stile con due boulder davvero molto duri non è esattamente il mio forte, qui ogni secondo che passi sulle prese lo paghi a caro prezzo con “la barretta del power” che si svuota in fretta… figurarsi dovendo pure posizionare le protezioni! Ma soprattutto… come cavolo proteggersi?! Non era per nulla scontato!
Chi mi conosce sa che non amo prendermi rischi esagerati… ma allo stesso tempo ho la testa dura! Nonostante conoscessi il tiro a menadito ci sono volute due ricognizioni e una buona dose di fantasia per studiare dove piazzare le protezioni e testarle. Ad ogni modo la prima parte restava improteggibile, condita da un passaggino piuttosto delicato con il buco formato tra il tetto della casetta (dove parte il tiro) e la roccia proprio sotto ai piedi… dava l’idea di essere molto più alti della realtà ma soprattutto che in caso di caduta avrei fatto la fine della pallina di un flipper! Era la parte che mi spaventava più di tutte ma allo stesso tempo ero determinato nel portare a termine questa mia ambizione personale, del resto ero in forma e avendo appena salito il tiro quando ci sarebbe stato un momento migliore? Il destino ha risolto i miei conflitti interiori, infatti dopo le prime abbondanti piogge l’acqua ha iniziato a filtrare nella roccia bagnando il tiro e impedendomi di provare seriamente… perciò progetto rimandato a data da destinarsi, sicuramente non prima di tarda primavera, chissà se sarei stato altrettanto in forma! Nel frattempo, oltre all’inverno, passano sia la primavera che l’estate con altre cose per la testa… poi in autunno fortunatamente il Bus era asciuttissimo e le condizioni buone, sono quindi tornato a riprovare il tiro con gli spit per capire il mio stato di forma: sto bene e non mi piacciono i conti in sospeso… mi metto quindi a provare seriamente e al primo tentativo con le protezioni preposizionate arrivo in catena Pinkpoint!
Complice anche un allungo sulla prima protezione per proteggere il passaggino iniziale. Mi resta ora da fare la salita in Greenpoint, cioè posizionando le protezioni dal basso… la musica cambia e non c’è più il bonus sicurezza sulla prima parte! In uno dei tentativi cadendo in cima sbottono l’ultima protezione, tiene quella sotto e non arrivo troppo lontano da terra… inoltre resta il problemino della prima parte improteggibile; non mi sentivo disposto ad accettare questo rischio, stavo per gettare la spugna ed archiviare il tutto…ma la parte orgogliosa di me non lo accettava, sapevo che non sarei più tornato! Mentre sono abbastanza sconfortato con l’aiuto di Luca costruiamo un atterraggio con i pallet e il crashpad per proteggere la caduta nel buco… a questo punto non avevo più scuse: dovevo almeno riprovarci! Parto, arrivo all’incastro di ginocchio da dove metto la prima protezione, un respiro profondo e riparto, in cima posiziono faticosamente l’ultima protezione e via per il boulder finale. Ma sono agitato, ho il ricordo della protezione che si sbottona… mi ghiso e cado… la protezione tiene! Ultima chance. Non so se troverò la determinazione per ritornare: riparto ma non troppo fiducioso perché mi sento stanco dai giri precedenti. Posiziono l’ultima protezione, riesco a rimanere più tranquillo e nonostante la stanchezza mi ritrovo in catena dopo il run-out finale. Alla fine Pollon si è rivelata abbastanza adattabile ad una salita trad, seppur con la dovuta fantasia! Ufficialmente il tiro è gradato 8a ed onestamente anche solo con gli spit come grado l’ho trovato mooooolto stretto. In stile trad personalmente proporrei tranquillamente 8a+ (R3?) …ma poco importa! Un grazie in particolare a: Claudio Marchetti e Marco Zordan per le pazienti sicure in fase di ricognizione quando cercavo di capire come piazzare le protezioni. Luca Trubbiani per la send-belay e la costruzione dell’atterraggio. Tato (David H.) per le foto ricordo. Silvia Filippi per aver insistito a scrivere questo racconto.
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