Più incentrata sulle ripetizioni che sulle prime salite, la coppia belga Berthe – Vanhee sta ripercorrendo le orme della celebre cordata Favresse – Villanueva. Stavolta l’obbiettivo sono stati i Picos de Europa e precisamente la via Rayu dei fratelli baschi Pou. Foto di Frank Kretschmann
Lunedì 28 agosto 2023
Il 19 agosto, la coppia belga Siebe Vanhee e Sébastien Berthe è riuscita ad effettuare in giornata, dal basso e in libera, la via ‘Rayu’ (600 m) sulla parete sud della Peña Santa (2596 m), nel Pico’s de Parco Nazionale Europa, Spagna.
Siebe ha commentato:
Sébastien e io abbiamo collaborato per un obiettivo comune. Il nostro obiettivo era scalare “Rayu” con una push dal basso di un giorno, durante il nostro primo giorno sulla via.
“Rayu” è stata aperta da Iker, Eneko Pou e Kico Cerdá nel 2020 ed è conosciuta come la loro seconda multipitch difficile nel Pico de Europa, dopo Orbayu, la famigerata multipitch di 8c sul Picu Urreillu (Narano de Bulness). Nel 2020 avevo già avuto l’opportunità di effettuare una libera di Orbayu, quindi per me aveva perfettamente senso tornare sui Pico per provare questo secondo capolavoro.
Le previsioni meteo per la giornata non erano delle migliori, erano previsti pochi millimetri di pioggia e vento. Abbiamo deciso di considerarlo una cosa positiva, dato che la via è esposta a sud, avremmo bisogno delle nuvole per poter salire senza sole prima delle 17.00.
Dopo aver salito i primi 10 tiri avventurosi, superando cengione al centro della parete, siamo arrivati alla base del tiro chiave (L11) alle 14:00. Niente di troppo difficile ma era già necessaria una certa concentrazione, visto che i primi salitori hanno aperto questa linea con stile e senza troppi spit. Il tempo si è rivelato fantastico, ventoso e nuvoloso ma ancora senza pioggia.
Ora i nervi cominciavano a farsi sentire e ci trovavamo di fronte a un dilemma; “Chi andrebbe per primo?”. Anche se sembra ambizioso, entrambi pensavamo che avremmo potuto avere la possibilità di dare il massimo in campo. Chi partirà per primo potrebbe fallire al primo tentativo per mancanza di magnesite e informazioni, e ovviamente dovrà fare un lavoro sostanziale: trovare beta, sfiorare le prese, e quindi perdere pelle e stancarsi. Sentivo che le mie possibilità di eseguire un tiro veloce erano inferiori a quelle di Sébastien, quindi ho pensato di poter fare un buon tentativo a-vista con la possibilità di cadere e capire tutti i movimenti per un secondo tentativo perfetto. In questo modo segnerei anche tutte le prese e troverei le beta per dare a Seb le migliori possibilità di un flash! Quando scesi, Seb si stava congelando i suoi pantaloni di lycra stretti mentre mi aspettava. Gli ho spiegato le parti finali della beta e lui è decollato.
Seb ha detto del suo tentativo: “Faccio fatica nel primo passaggio chiave, respiro, fatico ancora nel secondo passaggio chiave, mi concentro, salgo bene nel terzo, scuoto gli avambracci gonfi. Il lungo passo chiave finale è sopra di me: so esattamente cosa fare e ci provo. Per poco non ho mancato la presa, Siebe mi sta urlando contro! Ora sto combattendo davvero, altre tre mosse! Ancora due. Grido a mia volta, forte. Manca una mossa. I gomiti sono alti, riesco ad afferrare la presa finale, in extremis! Non posso credere di essere ancora sul muro, a tagliare la catena di quello che definirei un bel “lavoro di squadra flash”. Felice, orgoglioso e grato”.
Monday 28th August 2023
On the 19th of August, Belgium climbing duo Siebe Vanhee and Sébastien Berthe managed to make a one-day, ground-up free-ascent of ‘Rayu’ (600m) on the south face of Peña Santa (2596m), in the Pico’s de Europa National Park, Spain.
Siebe commented:
Sébastien and I teamed up for a common goal we had. We aimed to climb “Rayu” in a one day ground-up push, on our first day on the route.
“Rayu” was opened by Iker, Eneko Pou and Kico Cerdá in 2020 and is known as their second difficult multipitch in the Pico’s de Europa, after Orbayu, the infamous 8c multipitch on Picu Urreillu (Narano de Bulness). In 2020 I had already had the opportunity to make a free ascent of Orbayu, so for me it made complete sense to return to the Pico’s to try out this second masterpiece.
The weather forecast for the day didn’t look that great, few millimetres of rain and wind were predicted. We decided to see it as something positive, given the route is south facing, we would need the clouds to be able to climb without sun before 5pm.
After sending the adventurous first 10 pitches, passing the humongous ledge in the middle of the wall, we made it up to the base of the crux pitch (p11) at 2pm. Nothing too difficult but a certain amount of focus was already required, given that the first ascensionists opened this line in style without many bolts. The weather turned out to be great, windy and cloudy but no rain, yet.
Now the nerves started to kick-in and we were facing a dilemma; “Who would go first?”. Even if it seems ambitious, we both thought we could have a chance to flash the pitch. The one who will go first might fail on his first go due to the lack of chalk and info, and will of course have to do some substantial work: finding beta, brushing holds, and therefore losing skin and getting tired.
I felt like my chances to flash the pitch were lower than Sébastien’s, so I figured I could give it a good onsight go with the option to fall and figure out all the moves for a perfect second go. This way I would also mark all the holds and find the betas to give Seb the best chance of a flash! When I came down, Seb was freezing his tight lycras off while waiting for me. I explained him the final bits of beta and he took off.”
Seb said about his attempt: “I struggle in the first crux, breathe, I struggle again in the second crux, focus, I climb well in the third one, shake my pumpy forearms. The final long crux is above me: I know exactly what to do and I go for it. Close call: I almost missed the hold, Siebe is shouting at me! Now, I am fighting for real, three more moves! Two more. I shout myself, hard. One move left. Elbows are high, I manage to stick the final hold, in extremis! I can’t believe I am still on the wall, clipping the chain of what I would call a nice “flash- team effort”. Happy, proud and grateful.”
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