Climbing Sparkling Moments, i Podcast La Sportiva

704

La Sportiva presenta Climbing Sparkling Moments: il podcast di storytelling che La Sportiva dedica ai momenti salienti e di rottura che hanno cambiato la storia dell’arrampicata.
Scritto dalle penne di Emilio Previtali e Federico Ravassard con il coordinamento e proofreading di Luca Mich e la produzione di Emanuele Lapiana, si compone di 11 episodi totali, in uscita ogni venerdì.

Un modo diverso e innovativo di raccontare l’arrampicata attraverso aneddoti e interviste

Il trailer e la prima puntata del podcast sono ascoltabili subito su tutte le piattaforme di streaming audio. 
Questo il link a Spotify per la versione italiana speakerata da Claudio Ruatti.

ECCO DI SEGUITO GLI ARGOMENTI DEI PODCAST CHE SI SUSSEGUIRANNO:

STEFAN GLOWACZ Dall’arrampicata libera all’arrampicata sportiva. Scopri con noi i momenti più incredibili della disciplina che farà l’esordio olimpico a Tokyo. Quando tutto è iniziato, si trattava di tramutare l’impossibile nel possibile. Si inizia con Stefan Glowacz: il primo sparkling moment della storia dell’arrampicata, nel 1985, è suo. Noto per lo stile, la fluidità, sembrava quasi danzare sulla roccia, sopratutto quando durante il passaggio chiave si è esibito con una spaccata superando il punto più critico. Quella storia, ce la racconta chi è stato testimone di quello sparkling moment. 

PATRICK EDLINGER L’angelo biondo guida della rivoluzione. Uno dei pilastri della storia dell’arrampicata sportiva mondiale: Patrick Edlinger, “Le blonde”. Patrick ha dato vita ad una nuova concezione di alpinismo, di conquista in parete. Era uno scalatore di cui non solo si conoscevano le gesta per sentito dire, ma anche tutto ciò che si celava dietro alla performance: gli allenamenti, le tecniche e le abilità necessarie per affrontare le prese più complesse. Con lui il climbing si trasforma da pura prestazione individuale a espressione piena dell’essere climber: uno spirito libero che interpreta la roccia a suo modo con forza, eleganza e creatività. 
Adam Ondra Adam Ondra your ordinary climbing. Cosa sappiamo del migliore scalatore al mondo? E cosa non sappiamo? Classe 1993, già recordman a 14 anni, Adam non si tira mai indietro davanti ad una sfida, nemmeno davanti a quelle che non sembrano essere nelle sue corde, come la prova a cronometro in una gara Speed. Che sia per assurdo questa la prova più dura affrontata da quello che su roccia e non solo, può essere definito il climber più forte di tutti i tempi? “Nell’arrampicata non c’è mai solo una soluzione, nulla è per me impossibile”. “Non si tratta solo della forza delle braccia, bisogna essere razionali e avere in tutto il corpo una sinergia”. L’arrampicata sportiva diventa con lui performance artistica e la sfida olimpica della parete di velocità è l’estremo opposto. Ci riuscira?

TOMMY CALDWELL Tommy Caldwell: il campione inaspettato. Leggenda delle salite sulle pareti più lunghe di El Captain, Tommy ha cambiato le regole di questo sport ed è noto per aver scalato la Big Wall più difficile al mondo in arrampicata libera dopo 19 giorni in parete: The Dawn Wall. La vocazione per il superamento dei limiti lo caratterizza fin dalle sue origini. Partendo dal proprio giardino, dal proprio garage, Tommy ha scalato fino ad arrivare a competere con i pro dell’arrampicata partendo da perfetto sconosciuto nelle prime gare open. Il resto ve lo raccontiamo noi in un episodio davvero unico di Climbing Sparkling Moments. 

LA MESCOLA SPAGNOLA

La Mescola Spagnola. 1985, Val di Fiemme, Trentino, Dolomiti. “Senza sogno non cresce un’idea”. La storia dell’alpinismo parte da sogni di conquista e passioni. Quella di La Sportiva non fa eccezione anche se in questa storia in particolare, centrano anche le automobili da corsa. Negli anni 70 i primi climbers arrampicavano con scarponi da montagna robusti. Una concezione, che però è presto cambiata grazie ad un paio di intuizioni del brand La Sportiva. Le scarpette d’arrampicata dovevano essere morbide e leggere e la suola era la chiave. Ma come ottenere all’epoca una mescola che permettessere di muoversi sicuri e leggeri sulla roccia spalmandosi in aderenza come solo degli pneumatici da corsa avrebbero potuto fare? La chiave stava proprio qui, nel porsi la domanda giusta. Nasce così la misteriosa mescola spagnola, e la rivoluzione dell’arrampicata ha inizio. 

I MURI ARTIFICIALI Climbing Walls. 1987, la competizione Rock Master fa nascere l’idea delle prime pareti artificiali. Un climber scivola all’improvviso sulla roccia che si stacca falsando le prime gare. Serve un terreno di competizione più stabile, sicuro e identico per tutti i climber in gara. L’arrampicata deve adeguarsi e diventare una vera disciplina sportiva, equa e sicura per gli atleti e allo stesso tempo visibile da una grande quantità di spettatori senza dover sfidare l’imprevedibilità della montagna: servono pareti artificiali e stadi dedicati. Nascono così, le prime pareti da arrampicata artificiali, il playground prefrito oggi da migliaia di climber che la roccia non l’hanno nemmeno mai toccata. Sì, anche questo è uno sparkling moment fondamentale per questo sport. La storia ce la raccontano i protagonisti, come sempre. 

IL TRAD

The Trad Climbing. UK 1998: siamo nel pieno della scena punk inglese, dell’anticonformismo. E proprio in Inghilterra inizia a farsi strada un modo nuovo di pensare alla scalata, un modo nuovo chiamato da subito TRAD, che sta per tradizionale. Si perchè la roccia deve essere lasciata com’è e scalata senza dare troppo vantaggio all’essere umano rispetto alla montagna. La tenuta mentale e l’umore dello scalaore sono la parte più importante, così come l’etica, il rispetto dell’elemento roccia, da non violare mai. Si tratta di una nuova forma di esplorazione verticale che necessità di grande controllo e perfezione. Per molti inglesi l’arrampicata era questa sin dal principio, prima dell’arrampicata sportiva. Scopriamo assieme la storia della scena TRAD inglese grazie ai suoi migliori esponenti. Ci guidano James Pearsons, Jacopo Larcher, Hazel Findlay, Caroline Ciavaldini. 

LE FREE SOLO

Free Solo. In questo episodio ripercorriamo un’impresa incredibile…da Oscar. Jennifer Lopez, Chadwick Boseman, Pharrel Williams…quella sera c’erano tutti a Los Angeles. E si, c’era anche lui: Alex Honnold, il primo scalatore della storia sul red carpet di hollywood. Il primo a scalare in free solo senza corda la parete più famosa di El Captain. E’ il 3 Giugno del 2017 quando la troupe cinematografica diretta dall’esperto climber e filmaker Jimmy Chin si ritrova infatti a filmare un documentario a dir poco particolare…girando ogni scena al primo chack. Il protagonista è appunto Alex Honnold e la trama è la salita della parete Freerider, di El Capitan, in Free Solo appunto. Non esiste margine di errore, non esiste “taglia! Rifacciamo”. Un passo falso qui non determinerebbe solamente la fine del documentario. Non è certo da tutti decidere di scalare una parete di grande difficoltà slegati e con delle videocamere attorno. Ce lo raccontano i testimoni in una storia…da Oscar.

THE NOSE 1 LYNN HILL  Andare contro il comune pensare, cambiare prospettiva e non uniformarsi è ciò che rende i climber affascinanti ai comuni mortali. La protagonista di questo sparkling moment è una giovane donna, tanto minuta quanto determinata: Lynn Hill, climber americana assetata di sfide. A Lynn non bastava l’arrampicata sportiva, non le bastava non poter paragonarsi agli uomini e alle loro imprese, non le bastava essere considerata “solo” una donna. E allora Lynn, nel 1993 decide di scalare la via the Nose di El Capitan, una parete considerata impossibile per qualsiasi scalatore all’epoca. E Lynn, contro ogni stereotipo ce la fa, dando una scossa storica al mondo dell’arrampicata. E se avete inquadrato la protagonista di questa breve intro, capirete che di certo non è finita qui perchè abbiamo a che fare con una vera game changer, parola di…Adam Ondra. 

THE NOSE 2 JORG VERHOEVEN

Secondo episodio dedicato alla celebre parete di El Captain (USA), la via che per decadi ha impegnato migliaia di scalatori, intenti a sfidarsi su Changing Corners: un tiro della via tra i più complessi di sempre da superare. La difficoltà sta nello scoprire la tecnica giusta per lasciarselo alle spalle, usando la logica e cambiando approccio finché qualcosa funziona e ti porta alla vetta. Scopriamo allora grazie a Jorg Veroheven, uno dei climber maggiormente identificati con The Nose, il cambio di prospettiva necessario per ripetere le gesta di Lynn Hill e superare quel temutissimo tiro. Buon ascolto.

LA CLIMBING COMMUNITY

The Climbing Community. Ogni sport che si rispetti, per essere considerato tale, deve soddisfare alcune richieste, alcune più formali, altre meno. Quelle formali sono ad esempio necessarie per essere incluso nel programma olimpico, come l’essere praticato in un numero adeguato di paesi, l’essere supportato da una federazione o l’essere inclusivo verso tutti i generi. Le richieste informali, invece, sono quelle che ne costituiscono la sua storia e la sua narrazione: personaggi, eventi, ma anche e soprattutto luoghi che diventano veri e propri santuari della pratica. Scopriamoli assieme nell’ultimo episodio della prima stagione di Sparkling Moments e capiamo perchè la climbing community è così diversa da tutte le altre. 

“Sparkling moments Un podcast La Sportiva prodotto da osuonomio Scritto da Emilio Previtali e Federico Ravassard Musica e paesaggi sonori: Emanuele Lapiana Proofreading e coordinamento: Luca Mich Voce Narrante: Claudio Ruatti”

Comments are closed.