10 domande per Manolo

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Molte vie di Maurizio Zanolla, in arte Manolo, se da un lato lo hanno proiettato nell’olimpo dei miti della scalata mondiale, dall’altro hanno lasciato una lunga scia di dubbi legati ad indiscutibili manomissioni di molte di esse. Pareti numero 144 di Marzo 2022 dedicherà un ampio focus alla ricerca della verità su alcune di queste pareti e vie che hanno fatto la storia dell’arrampicata italiana e mondiale.

La roccia e la sua salvaguardia pre e post FA (prima salita rotpunkt) sono il nostro interesse principale come scalatori e come scrittori di cose di montagna. Le polemiche tra climbers più o meno in concorrenza interessano poco. Quel che per noi conta è che abbiano luce e riverbero internazionale le salite che lo meritano davvero e che le prestazioni dichiarate corrispondano alla verità. Questo è il solo modo che abbiamo di preservare un’etica e una oggettività di misurazione delle prestazioni in uno sport che al di fuori delle gare rischia di essere assai poco oggettivo.

Ecco perchè quindi 10 domande a Manolo. Perchè possa partecipare anche lui a far chiarezza sul perchè, per esempio, tutte le vie del Baule siano in perfette condizioni per una ripetizione, grippose e naturali anche se più facili, mentre “Appigli ridicoli” ed “Eternit” sembrano un cantiere a cielo aperto.

Finora, in 26 anni di esistenza della nostra testata, Manolo non ha concesso interviste a Pareti. Ci proviamo con queste domande strettamente tecniche ed esclusivamente legate alla roccia, non alle persone.

Speriamo che stavolta il climber di Primiero voglia partecipare a questa inchiesta che vuole chiarire lo stato di vie che per molti di noi sono state mitiche e indiscutibili. Le domande sono state inviate alla mail di Zanolla, ma è opportuno che, per chiarezza, il popolo dei climbers possa visionarle prima della comparsa dell’articolo sul numero di marzo venturo. Eccole. La foto di apertura dell’articolo riguarda “Malvazja” a Dvigrad, il climber è Cody Roth ed è stata scattata da Klemen Demsar

L’importanza di “Eternit” (e della sua storia) trascende le decine di metri di roccia della sua lunghezza. Manolo e le sue salite sono state un mito generazionale. Per questo è importante fare chiarezza su alcune delle tue salite più iconiche, che sono state sotto i riflettori di altri climbers di punta e a proposito delle quali gli stessi hanno sollevato dubbi, a volte anche portando prove documentali di manomissioni della roccia.

  • In una intervista a Vinicio Stefanello di Planet Mountain definisci Eternit (e la sua prima sezione “ O ce l’hai o ne hai bisogno”) una via incredibile, completamente naturale (a parte una presa consolidata). Invece c’è tanto cemento. Anzi, la grande fessura alla fine di “o ce l’ hai..” è completamente tappata dal cemento tranne che in due punti. Altre prese sono state evidentemente tappate con sika.  In quale fase della preparazione della via sono stati messi tutti questi prodotti da edilizia? 
  • Solo recentemente hai dichiarato che in effetti hai ravvisato un cambiamento dello stato della parete del Baule e in particolare di Eternit. In quale occasione te ne sei accorto? Quante e in quale sezione della via erano le prese modificate? Di che tipo di modifica si tratta (smartellamento totale o parziale, limatura, scavo ecc..)?
  • Quanto secondo te è più dura la versione attuale scalata da Zeni di quella documentata dal tuo film Vertical Demodè?  Andrea Gallo ha dichiarato al sottoscritto di averti fatto sicura sulla via e di averti visto fare tutti i movimenti, anche se sei caduto più volte. Di quale versione della via si trattava?
  • Nella più recente intervista da te rilasciata al sito Up-Climbing hai dichiarato di aver incontrato e riconosciuto al Baule un climber intento a risalire una corda fissa. Pensi che possa essere il modificatore della via Eternit? Visto che la circostanza è importante e che ti ha mandato un messaggio di insulti sul cellulare, puoi far sapere a tutti come si chiama?
  • Un’altra via contestata è Pinne Gialle alla Tognazza, a proposito della quale Scarian e Zeni lamentano un’altra manipolazione rispetto alla versione originale. Hanno ragione o torto? Tu, come reazione alle loro dichiarazioni, hai dichiarato di averla ripetuta dal basso e in stile trad. Trattandosi di una salita recente e “dimostrativa”, hai una testimonianza video come si usa fare adesso in queste circostanze? 
  • Spostandoci in Croazia, Cody Roth, unico ripetitore della tua Malvazja, sostiene che, oltre ad esserci tre prese scavate, immaginiamo un peccato di gioventù, mancavano diverse prese rispetto alla documentazione a sua mano della tua salita. Hai mai avuto occasione di confrontarti con lui a questo riguardo?
  • La tua via “Cane grigio”, 8b del Totoga, conta solo tre salite in trent’anni. E’ mai stata modificata a martellate rispetto allo stato originario della tua prima salita?
  • Negli anni ’80 avevo personalmente ripetuto la tua via “Trimurti” in Totoga; aveva una chiodatura pericolosa ma era scalabile e alla fine si usciva a destra; adesso invece al chiave del secondo spit odierno la fessura orizzontale è tappata con resina e ora non ci sono più prese per uscire a destra. Cosa è successo?
  • Sempre in Totoga, sulla celebre “Mattino dei maghi”, quante protezioni erano presenti al momento della tua prima salita nell ’81? Solo tre chiodi a pressione o anche chiodi normali?
  • Sulla tua via multipitch più difficile “Solo per vecchi guerrieri”,  successivi ripetitori della via lamentano una modifica di alcuni appigli avvenuta nel corso dei loro tentativi. A fronte di questo, ritieni che la via abbia effettivamente subito modifiche?

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