Francesco d’Ippolito, pioniere del climbing meridionale

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E’ scomparso nei giorni scorsi Francesco d’Ippolito, padre del climbing pugliese, alpinista, arrampicatore sportivo e coraggioso promotore dell’arrampicata anche agonistica in un’area, quella di Taranto, particolarmente difficile dal punto di vista della valorizzazione sana dell’ambiente naturale. Spit e ciminiere è sempre meglio che ciminiere e basta. Anche per questa visione ha lottato Francesco, ancora più duramente durante il clou del covid, quando sembrava che la sua palestra, la “Gravità zero” di Taranto fosse destinata a soccombere sotto il peso della crisi. ecco di seguito un suo ricordo a firma di Milena Franco:

Francesco D’Ippolito, tarantino doc, nato il 2 Luglio 1965, noto nell’ambiente come Ciccio D’Ipp è stato uno dei pionieri e promotori dell’Arrampicata e dell’Alpinismo del sud d’Italia insieme a Guido Gravame e Graziano Montel ed altri coraggiosi Pugliesi. Nasce come speleologo e si avvicina al mondo dell’arrampicata quando per esigenze di formazione e allenamento per la speleologia, nota e si rende conto, grazie alla sua competenza in ambito geologico, delle potenzialità del calcare Pugliese come palestra di roccia. Poco più di trent’anni fa in Puglia iniziava a svilupparsi il movimento verticale, pochi coraggiosi che si conoscevano in tutta la regione da nord a sud (la Puglia è lunga circa 450km), e lui con alcuni amici di Taranto nella gravina (le gravine sono dei piccoli canyon) del comune Statte, in particolare nel tratto chiamato Leucaspide (la storia narra che fosse un soldato dell’antica Grecia) chioda la prima via di arrampicata “Icarus” nella provincia di Taranto, nasce così il settore Mito in onore della storia e dell’origine della sua città. Da lì si apre un regno che come dichiara Graziano Montel nella guida “A SUD”, darà il via allo sviluppo di una delle zone più note e attrezzate della Puglia per l’arrampicata sportiva.


Ma Ciccio non era solo appassionato di arrampicata, amava la montagna in generale e col tempo ha aperto itinerari alpinistici su roccia e ghiaccio nell’appennino lucano e sul massiccio del Pollino al confine tra Basilicata e Calabria. Di lui racconta il fidato amico e compagno di avventura Guido Gravame nella sua guida “SUD VERTICALE” quando descrive e racconta la nascita del primo itinerario di ghiaccio “Il corvo” sul versante nord di Monte Santa Croce nell’Appennino Lucano: “Il merito è da attribuire alla verve esplorativa dei tarantini Francesco D’Ippolito e Mario Lotta che nella seconda metà degli anni novanta, furono i primi a lasciare le vie normali a favore di pendii e canali più ripidi”. Io credo che la miglior descrizione del suo amare l’alpinismo e l’arrampicata sia questo commento nella descrizione di “Thor” su Timpa di Falconara sempre di Guido Gravame: “[..] è materialmente la via scuola della parete. L’anno di apertura denuncia che le velleità didattiche dell’apritore Ciccio D’Ippolito, futuro istruttore e gestore di palestra di arrampicata, erano già esercitate in tempi non sospetti!”


Quando io l’ho conosciuto 14 anni fa iniziava ad accusare i primi sintomi della sua malattia, che lo hanno portato ad entrare in dialisi 6 anni fa; in questi anni mi ha coinvolto nella fondazione e gestione della sua palestra di arrampica l’ASD Gravità Zero Taranto, ancora oggi unica sala boulder della città di Taranto, nata nel Maggio 2010, allenando ragazzini e facendo progetti scolastici per promuovere l’arrampicata sportiva, ma soprattutto per dare un’alternativa a tanti ragazzi che vivono una realtà difficile e complessa come quella della città di Taranto. Ha sostenuto e contribuito con Graziano Montel e Ottelio Senesi allo sviluppo del circuito giovanile della Macroarea sud, per la FASI. Grazie a lui, ho scoperto delle capacità che non credevo di avere e mi ha fatto appassionare ad uno sport fino a spingermi a fare il corso di giudice per le gare di arrampicata sportiva, ruolo che svolgo con grande passione. In 12 anni di attività federale Ciccio è stato nominato, su richiesta di Graziano Montel e dei coordinatori della Macroarea Sud delegato provinciale FASI per il territorio di Taranto, ma l’aspetto più ammirevole di Ciccio è stato quello di non arrendersi mai, ma di resistere e continuare ad allenare i suoi ragazzi fino all’ultimo attimo pochi giorni prima che il suo male impedisse al suo cuore di continuare a battere. Io voglio ricordarlo così con le parole di Luciano Brucoli, giovane atleta e tracciatore della società Lucania Natura Verticale di Potenza, che ha visto crescere negli anni: “una grande perdita, non solo come scalatore, ma come uomo e compagno di corsi, sempre entusiasta nel voler contribuire allo sviluppo dell’arrampicata nella sua terra!” Con le parole di Andrea Grippo Delegato della Regione Basilicata:” lo ricorderò sempre in prima fila a Lecce come altrove a godersi TuTTI gli atleti” perché lui era così amava tutti gli atleti e i suoi atleti lo ricorderanno nella sua falesia domenica 13 depositando una targa in suo ricordo su cui vi è una citazione di un famoso alpinista di cui non ricordo il nome ma che lui ripeteva sempre quasi come benvenuto ai nuovi frequentatori dell’arrampicata “Non chiedermi perché mi piace. Provaci e capirai”.

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