Il più grande tetto del mondo
Non è semplice quando sei spagnolo e il tuo più grande progetto, o meglio la tua più grande ossessione, è imbucata nell’umido centro di una valle del sud della Cina. Ma Edu Marin ha dimostrato che ne è valsa la pena: quattro mesi sulle portaledge appiccicate come mosche al grande soffitto della grotta di Getu, per trovare un po’ di verticalità in un mondo altrimenti orizzontale. Noi della redazione su quell’enorme strapiombo ci abbiamo scalato, nel 2011 in occasione del Petzl Roc Trip, e da allora alcune cose sono cambiate: il governo cinese ha voluto rendere turistico il luogo, cementandone selvaggiamente la base e consentendo a migliaia di persone di visitarlo. Ma altre cose sono rimaste esattamente uguali: la distanza (volo interno da Pechino a Guyang e poi 4 ore di pullman) e… la grande volta del tetto, costellato a volte di stalattiti e a volte no. Edu Marin, stimolato forse da un paio di tiri sulla volta liberati da Andrada, ha intuito la possibilità di percorrere l’intero tetto in libera e, sfidando ogni logica, è andato avanti e indietro dalla Cina per Jumarare fino alle portaledges e di qui provare tiro per tiro la libera. Finchè non è riuscito a scalare RP tutti i singoli tiri, compreso questa durissima “Odin’s crack” un 9a+ di incastri di fessura in tetto. Ora, dice lo stesso Edu, manca la sfida più grande: ripetere RP tutta la via in sequenza e in giornata. Il Valhalla Wall, di cui Odin’s Crack rappresenta il quinto tiro. Intanto godiamoci questo filmato estremo, cercando di immaginare, meglio di quanto non facciano già le immagini, tutta la fatica e la logistica per andare a scalare in quel posto e con quelle difficoltà.