Booster – Scarpa, la prova!

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L arrampicata non è la moda e Scarpa non è Balenciaga.
Non basta piazzare una firma trendy su una calzatura da scalata per venderla, perchè i climbers sono molto meno stupidi della media degli umani. E sono certamente un po’ più tirchi. Quindi, se una scarpetta da quasi 150€ non funziona bene, non solo s’incazzano e la mettono su Ebay, ma soprattutto mettono una bella pietra sopra non solo al modello, ma spesso anche alla marca che produce il modello. Senza far nomi e cognomi, quante marche mondiali negli ultimi vent’anni hanno buttato al vento la loro stessa popolarità battezzando “da performance” dei modelli che sembravano concepiti da uno che non arrampica?
Vi diremo di più: il climber italiano sembra più sensibile, furbo e tirchio della media europea, perché certi modelli e certe marche sono proprio sparite dal mercato italiano, dove vivono e prosperano solo aziende che le scarpette sanno farle davvero.


In italia la diffusione e il conseguente successo economico di una scarpetta sono determinati dal look e dalla marca solo in infinitesima parte. Le Booster S, quelle gialle per intenderci, hanno spaccato perché la gente le usa (va) non solo per chiuderci le vie, ma anche per farci i tentativi meno buoni, visto che erano comode oltre che performanti sull’90% dei terreni. Una scarpa “closer” buona anche come scarpa universale, dal tiro di riscaldamento a quello bulimico dopo il tramonto. E quindi, se vogliamo, una spesa sola. Anche per il pannello, i volumi e i muri artificiali, dove la mitica S si è sempre difesa alla grande anche contro i modelli più specifici e dedicati. Scarpa avrebbe potuto continuare a produrre le Booster S per un paio di decenni e avrebbe trovato sempre i fedelissimi (furbi) che le avrebbero ricomprate in loop, perché il vecchio Valcareggi aveva ragione: squadra che vince non si cambia. Siamo rimasti quindi un po’ spiazzati quando abbiamo visto la nuova Booster sugli scaffali della Fiera; e non semplicemente “riverniciata” con nuovi colori, ma proprio “diversa”. La curiosità è quindi subito montata insieme alla voglia di provarle prima di subito. Ed ecco i risultati della nostra prova e qualche previsione. Partiamo dalla calzata, che è il cuore della piccola rivoluzione messa in atto da Heinz Mariacher sul suo stesso prodotto. L’ingresso è rimasto invariato (comodo) ma cambia il tipo di spinta sulle dita, che adesso arriva molto meno dalla zona del tallone (eliminando il dolore in zona che alcuni avvertivano) e più dalle zone cerchiate nella foto a destra, grazie alla differente distribuzione delle forze prodotta dal fascione grigio. Questo nuovo e più confortevole tipo di spinta e di uniforme compressione dell’avampiede nella scarpetta, secondo noi, produce due ulteriori miglioramenti alla performance complessiva: si avverte una miglior tenuta sulle tacchette piccole rispetto al vecchio modello e si può approfittare di tutti i vantaggi che vengono da una maggior indipendenza tra parte anteriore e parte posteriore della scarpetta. Cioè, quando state caricando un appoggio anche col massimo della spinta possibile, questa calzatura vi consente di trasferire il peso cambiando posizione al corpo senza perdere l’assetto, grazie proprio alle nuove chances di torsione del piede, ora più libero di seguire gli spostamenti della caviglia mentre l’avampiede resta immobile sull’appoggio.
Grosse novità anche per i crochet di dorso: la parte gommata è stata ampliata (vedi zona cerchiata nella foto sotto) e la zona che ospita il marchio aziendale è stata efficacemente scalettata e granulata, perché negli agganci di punta tutto deve aiutare il muscolo tibiale a reggere la posizione di compressione in aderenza! Le due velcro che ora ospitano il nome del modello sono le migliori montate sui modelli Scarpa, le più stabili e in grado di sostituire del tutto una precisa ma meno comoda allacciatura a mano. La gomma Vibram XSgrip2 tiene bene ed è facile da risuolare, mentre il tallone presenta un interessante nuovo irrigidimento di colore arancione (vedi rettangolo nella foto alta) che rende molto più stabili tutte le varianti di tallonata ad eccezione di quelle laterali, dove alcuni tipi di piede accusano ancora un po’ di “zona vuota” molto dipendente dalla morfologia di ognuno. Alla fine i 159€ del prezzo di listino sono benissimo spesi: la performance della scarpa è assicurata, ora tocca alle vostre

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