E’iniziata la kermesse internazionale di lead e boulder, tra miglioramenti e perplessità
La seconda prova di boulder della Coppa 2025 è in archivio, con la conferma dell’astro Anraku e la prima vittoria di Naille Meignan, nuova stella francese davanti alla connazionale Bertone. Terza Camilla Moroni grazie a un eccellente flash dell’ultimo blocco che le ha consentito di lasciare indietro tutte le giapponesi. Al di là della tappa, chi si aspettava di assistere a una riedizione rinverdita delle tradizionali Coppe del Mondo ha dovuto adattarsi a parecchie novità, non sempre positive, che ci piace riassumere in pieni (le novità positive) e in vuoti (quelle negative).
PIENI:
- Le riprese televisive sono molto migliorate, la copertura degli eventi è completa a partire dalle semifinali, le inquadrature sono sempre più professionali e la regia sempre migliore nel catturare le emozioni degli atleti
- Il nuovo punteggio delle gare di boulder ha reso tutto più comprensibile anche ai profani, ma siamo ancora lontani dalla desiderabile valorizzazione della differenza tra chi tocca e non tiene un top e chi si ferma alla presa di zona.
- Le tappe indonesiane di Bali e brasiliana di Curitiba esaltano la internazionalità dello sport e la sua immagine globale nel mondo, anche se la partecipazione del pubblico locale non è paragonabile alle folle di Chamonix o Briancon.
- La tracciatura è variabile, ma in queste prime tappe è sembrata un po’ più vicina alla madre-scalata rispetto al passato e complessivamente un po’ più spettacolare.
VUOTI:
- Il vuoto più evidente è la mancanza dei grandissimi campioni e non sempre nel senso del ricambio generazionale: la coppa femminile senza Garnbret, Raboutou, Grossman e Pilz è dimezzata nel valore. Con montepremi simili a quelli del tennis sparirebbero le pause di riflessione, si dimezzerebbero gli infortuni effettivamente invalidanti ecc.. Finchè le cose rimarranno così le Olimpiadi (e i trials per arrivarci) catalizzeranno l’attenzione degli atleti al punto da svuotare di interesse le competizioni “inferiori”, prima fra tutte un Campionato Europeo che sembra una espanzione delle gare giovanili e niente più.
- Figlio del punto precedente: La differenza tra Anraku e Posch o Anraku e Alenke, ingaggiati nella stessa finale boulder o lead, è imbarazzante e nel caso del boulder uccide lo spettacolo, perchè aspettare che un atleta arranchi fino a una zona è interessante come guardare uno che pesca.
- La maggiore visibilità sta montando la testa ad alcuni atleti: le intemperanze di Alenke e il superomismo di Schalk non giovano alla immagine dello sport, immagine invece abbondantemente ben difesa da tutt la squadra giapponese. Il fondo l’ha comunque toccato la Bertone a Curitiba, con una esultanza fastidiosa e giustamente punita dalla misuratissima Meignan a cui la compagna di squadra avrebbe evidentemente dato fuoco sul podio, particolare ben evidenziato dalle telecamere.
La squadra italiana: l’allontanamento di De Luca (superstar del Coni ma incompetente in arrampicata e male appoggiato dai tecnici locali) ha dato i suoi primi frutti non solo con Schenk e Moroni in finale e persino sul podio (Moroni) ma anche con diversi nomi maschili e femminili che sono entrati nel lotto dei semifinalisti. I vecchi allenatori degli anni ’90, cui è stata affidata la nuova gestione, hanno evidentemente qualcosa da dire anche nel nuovo millennio.
english
The international lead and bouldering event has begun, between improvements and doubts
The second bouldering event of the 2025 World Cup is over, with the confirmation of star Anraku and the first victory of Naille Meignan, the new French star ahead of her compatriot Bertone. Camilla Moroni came third thanks to an excellent flash of the last problem that allowed her to leave all the Japanese behind. Regardless of the stage, those who expected to see a rejuvenated re-edition of the traditional World Cups had to adapt to several novelties, not always positive, which we like to summarize in full (the positive novelties) and empty (the negative ones).
FULL:
The television coverage has improved a lot, the coverage of the events is complete starting from the semi-finals, the shots are more and more professional and the direction is better and better at capturing the emotions of the athletes
The new scoring of the bouldering competitions has made everything more understandable even to the laymen, but we are still far from the desirable valorization of the difference between those who touch and do not hold a top and those who stop at the zone grip.
The Indonesian stages of Bali and the Brazilian one of Curitiba enhance the internationality of the sport and its global image in the world, even if the participation of the local public is not comparable to the crowds of Chamonix or Briancon.
Routesetting is variable, but in these first stages it seemed a little closer to the mother-climb than in the past and overall a little more spectacular.
EMPTY:
The most obvious void is the lack of great champions and not always in the sense of generational change: the women’s cup without Garnbret, Raboutou, Grossman and Pilz is halved in value. With prize money similar to that of tennis, pauses for reflection would disappear, effectively disabling injuries would be halved, etc. As long as things remain like this, the Olympics (and the trials to get there) will catalyze the attention of athletes to the point of emptying the “inferior” competitions of interest, first of all a European Championship that seems like an expansion of youth competitions and nothing more.
Son of the previous point: The difference between Anraku and Posch or Anraku and Alenke, engaged in the same boulder or lead final, is embarrassing and in the case of bouldering it kills the show, because waiting for an athlete to struggle to a zone is as interesting as watching someone fishing.
The increased visibility is getting to the heads of some athletes: Alenke’s excesses and Schalk’s supermanism are not helping the image of the sport, an image that is instead abundantly well defended by the entire Japanese team. Bertone has nevertheless touched rock bottom in Curitiba, with an annoying celebration and rightly punished by the very measured Meignan, whom her teammate apparently set on fire on the podium, a detail well highlighted by the cameras.