Blocchi da World Cup fotografano lo stato dell’arte, ma mancano diversi big.
Forse, ma solo forse, è finalmente finita l’epoca del “ce la cantiamo e ce la suoniamo” che aveva caratterizzato gli ultimi anni di Coppa Italia (soprattutto boulder), con tanti top in finale e lotte forse spettacolari e divertenti per gli atleti e per il pubblico, ma su blocchi non paragonabili alle gare cui la CI dovrebbe preparare, cioè le sfide europee e mondiali. Al Crazy Center di Prato, anche grazie all’altezza limitata della struttura, i tracciatori hanno concentrato le difficoltà e fornito una fotografia realistica del livello attuale in Italia. Con tre zone si vince la tappa tricolore, ma in Coppa del Mondo si faticherebbe a stare nei primi 60. Un po’ meno estremi i blocchi femminili, ma Papetti ha vinto con due top, non è stato un dominio delle difficoltà proposte. Altro problema antico: dove sono i militari top? Ghisolfi, Bombardi, Moroni, Rogora e Tesio non sono pervenuti, impedendo una valutazione reale dello stato dell’arte e della forma premondiale. Gli anni ’90, con Scassa, Brenna e Zardini al top mondiale e sempre presenti anche in Coppa Italia, sono un lontanissimo ma prezioso ricordo.
I risultati completi qui
Ecco qui di seguito il comunicato federale ufficiale:
Dopo le qualifiche le 24 semifinaliste tirano fuori le loro carte migliori: Giulia Medici (SSD Sport Promotion) tiene la testa della classifica con 4 top, 4 zone, 5 e 5 tentativi, mentre Federica Papetti (Rock Brescia ASD) la insegue a breve distanza con 3 top, 3 zone, 6 e 6 tentativi.
La competizione fra le sei finaliste si trasforma ben presto in un testa a testa fra la Medici e la Papetti, che riesce a conquistare il gradino più alto del podio con 2 top, 3 zone, 6 e 5 tentativi. Argento meritatissimo per Giulia Medici con 1 top, 3 zone, 1 e 17 tentativi, ma un’ottima prestazione anche per Leonie Hofer (AVS Passeier) che agguanta il bronzo con 0 top, 2 zone, 0 e 4 tentativi.
Al quarto posto Federica Mabboni, del Crazy Center, accompagnata dal tifo casalingo; al quinto Elena Brunetti (Climbing Side Roma) e al sesto Sara Arcozzi (Istrice Ravenna).
Federica Papetti, dopo ottimi risultati con la Nazionale Giovanile, è approdata alla Nazionale Senior: l’anno scorso ha conquistato un oro, un argento e un bronzo in Coppa Italia, piazzandosi seconda nel ranking di Coppa Italia Assoluta, si è qualificata terza in combinata ai Campionati Europei Giovanili di Helisnki, ottava ai Mondiali Giovanili di Seoul.
Ed ecco le sue parole dopo la gara: “Sono molto contenta, non mi sarei aspettata di cominciare così la stagione. Vorrei fare i miei complimenti a Giulia perché ce la siamo giocata fino all’ultimo blocco, e se lo meritava pure lei.
In qualifica c’erano blocchi più tecnici, in semifinale blocchi più duri e in finale blocchi più fisici, mentre mi sarei aspettata blocchi più coordinativi. Io ho cercato di pensare blocco per blocco a quello che dovevo fare, per concentrarmi solo sui movimenti.”
Nella categoria maschile si assiste a una finale molto complessa in termini di durezza dei problemi proposti dal team di tracciatori, progressivamente più difficili rispetto a qualifiche e semifinali.
In semifinale realizzano 2 top e 4 zone Michael Piccolruaz (Fiamme Oro), Pietro Vidi (Arco Climbing), Luca Boldrini (Deva Wall ASD) e Johannes Egger (AVS Bruneck), ma Piccolruaz totalizza un minor numero di tentativi. Pietro Biagini (Kundalini Milano) si piazza al sesto posto.
La gara odierna si dimostra impegnativa, in termini di coordinazione, forza e tecnica, avvicinandosi al livello delle competizioni internazionali. La finale si caratterizza per l’assenza di top, con tracciature molto impegnative che hanno portato alla vittoria solo in basa al raggiungimento delle zone.
Con una notevolissima prova Pietro Biagini conquista la medaglia d’oro con 0 top, 3 zone, 0 e 7 tentativi, mentre Pietro Vidi si piazza sul secondo gradino del podio con 0 top, 2 zone, 0 e 5 tentativi. Michael Piccolruaz veste il bronzo (0 top, 2 zone, 0 e 8 tentativi), con solo 3 tentativi di scarto dalla medaglia d’argento.
Al quarto posto Luca Boldrini (Deva Wall ASD), al quinto Francesco Marchionni (Gollum Climbing Academy) e al sesto Johannes Egger (AVS Bruneck).
Pietro Biagini può già vantare una bella carriera nella Nazionale Giovanile a cui è seguito uno stop in cui si è dedicato all’arrampicata su roccia. Ora è tornato alle competizioni, cresciuto sotto l’aspetto mentale, mantenendo sempre costante l’allenamento fisico. È diventato tracciatore, e questo sicuramente gli ha permesso di essere più cosciente di alcune situazioni di gara.
Al termine della gara si è dichiarato soddisfatto: “Oggi replicare un buon tentativo era difficile, per via dell’intensità spalmata su tutto il blocco. Mi sono divertito e sono contento della mia prova.
Adesso scalerò un po’ su roccia perché è uno stimolo molto importante per me, per arrivare pronto alle prossime gare ravvicinate e al Campionato Italiano.”
Dopo questa prima entusiasmante tappa cresce l’attesa per la seconda, a brevissimo, il 24 e 25 febbraio al Deva Wall di Ferrara, mentre sabato 17 febbraio assisteremo alla prima tappa di Coppa Italia Speed alla Big Walls di Brugherio (MI).